mercoledì 25 agosto 2021

Julian Assange - la libertà di stampa

 Julian Assange ( 1971 - ) è un giornalista e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione  al sito WikiLeaks, del quale è stato cofondatore e caporedattore, è attualmente detenuto nel Regno Unito presso la prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/

Dobbiamo a Julian Assange rivelazioni cruciali di interesse pubblico. Il fondatore di WikiLeaks  rese di pubblico dominio oltre 200.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, dove erano indicati crimini di guerra commessi dall'esercito americano, prima in Iraq (un filmato rivelava l'uccisione di una decina di civili, tra cui bambini) e poi in Afghanistan. Da allora, il governo degli Stati Uniti lo ha perseguito senza sosta, vuole processarlo in America dove rischia di restare in prigione a vita.  

Il caso Assange, che va avanti da più di 10 anni, è ancora lontano dalla sua conclusione giudiziaria, nel luglio 2021 la Corte britannica ha respinto l'estradizione di Assange verso gli Stati Uniti, Il Presidente Biden ha fatto ricorso contro la sentenza e la nuova sentenza sarà emessa nell'ottobre 2021.

Le date importanti:

  • 2006: Julian Assange fonda WikiLeaks, che permette agli informatori di far trapelare documenti relativi a corruzione, spionaggio e abusi dei diritti umani da parte dei governi, proteggendo le loro fonti. 
  • Luglio 2010: WikiLeaks pubblica migliaia di documenti riservati riguardanti le attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan.  I documenti in Iraq, sono ottenuti da un militare di nome Bradley Manning che inorridito dal contenuto dei video, ha voluto far conoscere al mondo l'orribile realtà della guerra in Iraq. Manning condannato a 20 anni di prigione, è stato graziato da Obama nel 2017.  Poi è  diventato un  attivista e un transgender con il nome di Chelsea Manning, ed è ritornata per qualche mese in carcere nel 2019 per essersi rifiutata di testimoniare a proposito di WikiLeaks.   
  • Agosto 2010:  Assange viene accusato di reato sessuale da due donne di Stoccolma,  e viene emesso un mandato di arresto. Le  due donne, dichiarano di aver avuto un rapporto consensuale con Assange, ma  lo accusano di aver manomesso o non usato il preservativo durante il rapporto. In Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono molto più vasti che altrove e questo presunto sotterfugio rientrebbe in tale fattispecie. In molti non vollero credere alle accuse nei confronti di Assange, ritenendole montature organizzate dal governo degli Stati Uniti per liberarsi di Assange. Michael Moore fu tra i principali sostenitori di questa versione, così come la scrittrice femminista Naomi Wolf, secondo la quale Assange era al massimo colpevole di "comportamento narcisistico".
  • Giugno 2012: Invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito alle accuse di stupro, si  rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e dove chiede asilo.  Resterà all'interno dell'ambasciata per 7 lunghi anni. L’Ecuador allora guidato dal presidente Rafael Correa gli concesse protezione perché ritenne fondate le preoccupazioni del fondatore di WikiLeaks, ossia che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio gravissimo di una successiva estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 è in corso un’inchiesta del Grand Jury della Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.
  • Nel 2017: la Svezia archivia e ritira le accuse di violenza sessuale contro Julian Assange. Ma il fondatore di Wikileaks non è un uomo libero: se uscisse dall’ambasciata, verrebbe arrestato da Scotland Yard per non essersi presentato in tribunale nel giugno del 2012 in relazione al mandato di arresto internazionale emesso nei suoi confronti, un crimine che potrebbe portarlo ad una pena detentiva di un anno.
  • Nel 2017: Si scopre che Assange, é spiato in ogni suo movimento, telefonata e incontro. Persino i colloqui privati con il suo avvocato venivano ripresi dall'obiettivo di una telecamera nascosta. Alcune fotografie  ritraggono l'avvocato di Assange, Baltasar Garzón, a colloquio con il suo assistito, immagini dei passaporti delle persone in visita all'attivista e persino gli appuntamenti con il medico.                      Un giornalista spagnolo, assieme ad alcuni complici, chiedono a Kristin Hrafnsson, il caporedattore di WikiLeaks 3 milioni di euro per non rivelare ai media quanto in loro possesso. Una spy story che si è conclusa con l’arresto del giornalista spagnolo e di un suo collaboratore, dopo che WikiLeaks ha denunciato pubblicamente il tentativo di ricatto. Per WikiLeaks si tratterebbe delle prove di quanto vanno affermando da tempo, cioè che il governo ecuadoriano del nuovo Presidente Lenín Moreno, grazie alla Promsecurity  – l'agenzia che dal 2017 si occupa della sicurezza della missione diplomatica a Londra – ha piazzato ovunque microfoni e telecamere per spiare Assange.  .
  • Aprile 2019: il nuovo presidente ecuadoriano Lenin Moreno mette fine all'asilo politico di Julian Assange. Avrà passato 7 anni come rifugiato nell'ambasciata ecuadoriana a Londra dove è stato quotidianamente spiato attraverso delle telecamere, anche nelle sue attività più intime.
  • Dopo che l’Ecuador ha revocato l’asilo, le autorità britanniche lo arrestano e lo mettono in isolamento nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, dove sta scontando una condanna a 50 settimane di detenzione per violazione dei termini della libertà provvisoria, sempre in relazione alle accuse di violenza sessuale. In un video si vede che, durante il suo arresto, è stato sollevato e portato via di peso da sette agenti in borghese della polizia di Londra.  
  • Maggio 2019: gli Stati Uniti avviano una procedura di estradizione con le autorità britanniche.
  • Febbraio 2020: inizia il processo di Julian Assange nei tribunali del Regno Unito. 
  • 4 gennaio 2021: La magistratura britannica respinge la richiesta di estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Il magistrato ha spiegato il rifiuto dell'estradizione con il fragile stato mentale e psicologico di Julian Assange che sarebbe a rischio di suicidio.
  • 6 gennaio 2021: I tribunali britannici rifiutano di rilasciare Julian Assange su cauzione. Julian Assange rimane in prigione. 
  • Febbraio 2021: Gli Stati Uniti fanno appello contro la decisione della corte britannica e chiedono l'estradizione di Julian Assange. con l'assicurazione che non sarebbe stato messo in un carcere di massima sicurezza
  • 11 agosto 2021: un giudice dell'Alta Corte di Londra concede agli Stati Uniti il permesso di ricorrere in appello.
  • 27 - 28 ottobre 2021: Prossime udienze sulla richiesta di estradizione degli USA.

Il presidente Obama ha aperto l'indagine su Julian Assange. Il presidente Trump ha sporto denuncia contro di lui. Il presidente Biden, invece di far cadere le accuse politicamente motivate contro Julian Assange, che hanno messo sotto processo la libertà dei media e la libertà di parola, ha chiesto ricorso in appello sulla decisione della corte britannica. 

La richiesta di estradizione da parte degli Usa si basa su accuse che derivano direttamente dalla diffusione di documenti riservati nell’ambito del lavoro giornalistico di Assange con Wikileaks. Rendere pubbliche informazioni del genere è stata una pietra angolare della libertà di stampa e del diritto dell’opinione pubblica ad avere accesso a informazioni di interesse pubblico. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di protezione e non di criminalizzazione.  Ci sono un paio di ingenuità nell'attività di Wikileaks: la prima è che tra l'enorme mole di documenti pubblicati, effettuando delle ricerche,  potevano venire alla luce anche i nomi di alcuni collaboratori segreti del governo americano che operavano sul terreno in Iraq e Afghanistan, con la conseguenza di mettere, forse, a rischio la loro vita.  La seconda ingenuità é stata quella di pubblicare le e-mail riguardanti Ilary Clinton, candidata alla Casa Bianca, durante la campagna presidenziale, permettendo all'avversario Donald Trump di approfittarne senza alcun scrupolo.

Julian Assange è stato il primo soggetto editoriale a essere incriminato ai sensi della Legge sullo spionaggio. Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione. Il fatto che sia stato l'obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

Se estradato negli Usa, Assange dovrebbe affrontare 18 capi d’accusa: 17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici. Rischia, inoltre, di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita, perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.  Le accuse contro Julian Assange sono basate esclusivamente sulle sue pubblicazioni di WikiLeaks, un attivista non può essere punito per "aver fatto luce sulle atrocità in Afghanistan e in Iraq". 

E' uscito recentemente il libro ‘Il potere segreto’ di Stefania Maurizi, con la prefazione di Ken Loach, che racconta Julian Assange e svela chi e come vuole distruggere lui e Wikileaks

Dal sito il Fatto Quotidiano: Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. È la storia di un giornalista imprigionato e trattato con insostenibile crudeltà per aver rivelato crimini di guerra; della determinazione dei politici inglesi e americani di distruggerlo; e della quieta connivenza dei media in questa mostruosa ingiustizia.  

Julian Assange è noto a tutti. WikiLeaks, in cui ricopre un ruolo determinante, ha fatto emergere gli sporchi segreti del conflitto in Iraq e molto altro ancora. Grazie ad Assange e alla sua organizzazione, abbiamo conosciuto l’orrore di crimini di guerra come quelli documentati nel video Collateral Murder o quelli commessi dai contractor americani, per esempio a Nisour Square, a Baghdad, dove nel 2007 furono sterminati quattordici civili, tra cui due bambini, e altre diciassette persone furono ferite. Negli ultimi giorni del suo mandato presidenziale Trump ha graziato gli assassini di quel massacro, ma si è assicurato che Assange rimanesse in prigione. 

Stefania Maurizi ha seguito il caso fin dall’inizio. Usando le leggi di accesso agli atti, che vanno sotto il nome di Freedom of Information, ha scoperto documenti che rivelano gli attacchi a Julian Assange. Ha seguito nel dettaglio questi straordinari eventi per oltre un decennio. Al cuore di questa storia c’è il prezzo terribile pagato da un uomo, trattato con estrema crudeltà per aver messo a nudo un potere che non risponde a nessuno, nascosto da un’apparenza di democrazia.

Mentre scrivo, il caso è nelle mani del sistema giudiziario del Regno Unito. La Gran Bretagna si vanta del fatto che le sue corti sono indipendenti, che rispetta lo stato di diritto e che i suoi giudici sono incorruttibili. Be’, vedremo. Julian Assange è un giornalista il cui unico crimine è stato quello di rivelare la verità. È per questo che ha perso la libertà e ha passato gli ultimi due anni isolato in una prigione di massima sicurezza, con effetti devastanti, del tutto prevedibili, sulla sua salute mentale. Se sarà estradato negli Stati Uniti rimarrà in carcere per il resto dei suoi giorni. Le corti inglesi consentiranno un’ingiustizia così mostruosa?

In Gran Bretagna ci sono anche altri aspetti di questa vicenda che ci riguardano da vicino: il grande esborso di denaro e risorse pubbliche per tenere Assange confinato nell’ambasciata dell’Ecuador; l’abietta vigliaccheria della stampa e dei media, che si sono rivelati incapaci di difendere la libertà del giornalismo; nonché l’accusa che il Crown Prosecution Service, in quel periodo guidato da Keir Starmer, abbia tenuto Assange intrappolato in un incubo legale e diplomatico.

Se riteniamo di vivere in una democrazia dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta dovremmo leggere questo libro. Se crediamo che la legge debba proteggere gli innocenti, infine, dovremmo non solo leggere questo libro, ma anche pretendere che Julian Assange sia un uomo libero.  Per quanto ancora possiamo accettare che il meccanismo del potere segreto, responsabile dei crimini più vergognosi, continui a farsi beffe dei nostri tentativi di vivere in una democrazia? 

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